Spazio Donna: i bambini ai tempi del Coronavirus

“Gabbie per tigri”

Anche nelle situazioni più difficili, l’essere umano ha diverse risorse su cui può contare. Gli esempi sono numerosi: Chris Segrin, specialista del comportamento all’Arizona University, porta come esempio su Science gli studi sui prigionieri statunitensi durante la guerra del Vietnam. Questi erano isolati in minuscole celle sotterranee (“gabbie per tigri”). Coloro che erano riusciti a mantenere un atteggiamento ottimistico, credendo che sarebbero sopravvissuti alla guerra, avevano trovato in questo uno dei fattori protettivi più importanti per la loro salute mentale.

Noi non stiamo affrontando una guerra e non siamo chiusi in gabbie per tigri, ma l’emergenza coronavirus ci sta sfidando a vari livelli e chiede di mettere in campo le nostre risorse. Oltre alla sfera sanitaria, anche quella psicologica ed emotiva delle persone è evidentemente coinvolta, con rischio soprattutto per i più fragili. Rispetto in particolare alla richiesta ufficiale di rimanere in casa, questa ha avuto l’effetto di cambiare le nostre abitudini e le routine dei nostri figli. La convivenza forzata e l’impossibilità di uscire e dedicarsi alle attività abituali, può essere un fattore stressante, soprattutto se protratto nel tempo. Se noi adulti abbiamo qualche strumento in più per capire e gestire quanto sta accadendo, una sfida maggiore è per i più piccoli.

Come comportarsi con i bambini?

In generale, per quanto possibile, sarebbe importante innanzitutto mantenere alcune routine, come ad esempio quelle legate alla cura di sé (farsi un bagno, mettere una crema, meditare…) e magari crearne di nuove. Sono diversi gli spunti da cui si può partire (*Terre des Hommes): 

  • sarebbe utile parlare con loro e rispondere in modo chiaro alle loro domande (anche rispetto alle vere ragioni della chiusura della scuola). Se il bambino percepisce l’ansia dei genitori, ma loro non gli parlano, lui può immaginare che ci sia un pericolo così grande da ammutolire persino i Grandi e quindi “chissà cosa può fare a me…”. Pertanto è utile dare informazioni chiare e il più possibile serene e indicazioni su cose da fare, aiutandoli a capire che se si adottano buone norme di comportamento è possibile evitare il contagio. 

 

  • Un altro consiglio condiviso è quello di fare attenzione alla iperproduzione e circolazione di informazioni a cui si sta assistendo durante questa pandemia. In particolare, è utile evitare di lasciarli soli di fronte alle notizie ma anche di esporli a un flusso informativo costante (informarsi poche volte al giorno facendo riferimento solo alle fonti autorevoli può aiutare a controllare i vissuti di ansia).

 

  • Il gioco o il disegno possono essere utili strumenti per far fronte allo stress, così come sollecitare quelle attività di movimento che possono essere fatte anche a casa.

 

  • Questo tempo può anche essere vissuto come occasione per condividere maggiori momenti di quotidianità con i propri figli, tornare a giocare e fare attività con loro (es. cucinare, preparare qualche manufatto..) e magari creare insieme delle nuove routine che possono fortificare le relazioni.

 

  • Mantenere il più possibile vicinanza e contatto con i bambini, anche nel caso in cui sia necessario separarsi fisicamente per un po’ (ad esempio per un ricovero in ospedale o la necessità di isolamento di un genitore). Ci sono molti strumenti che possono aiutare in questo, ma anche solo un contatto telefonico può essere molto utile. Lo stesso vale per i contatti con le altre persone significative, come nonni o amici.

Naturalmente, provare ansia e sentirsi stressati è normale in questo momento. Se però si sente di non riuscire a gestire le proprie emozioni o si osservano particolari difficoltà nel proprio figlio, si può contattare un esperto che può aiutare a far fronte alla situazione, anche online. Sul nostro sito potete trovate alcuni numeri utili, tra cui quello attivato dallo Sportello Donna.

 

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