Villa Rovida-Gervasoni-Carini

Fino agli anni Settanta delle case erano situate molto vicine al palazzo, così che la strada risultava assai più stretta.

La villa è perfettamente assiale a via Assunta, ma l’edificio ne condiziona il tracciato obbligandola ad una curva, il che farebbe presupporre l’esistenza di una costruzione molto antica. Forse, quel castello citato da Bernardino Corio dove, nel 1309 (o 1311), si sarebbe rifugiato Guido Della Torre inseguito dai Visconti e da cui, nel 1278, potrebbero essere usciti i soldati di Cassono Della Torre per andare ad attaccare il vescovo Ottone Visconti a Gorgonzola.

L’ipotesi che una fortificazione fosse localizzata su quest’area non è dunque da scartare. Anzi, secondo gli storici Giacomo C. Bascapé e Carlo Perogalli, il vicino muro merlato con torre, ideato da Ambrogio Uboldo, sarebbe posto su dei precedenti ruderi e starebbe a rievocarne la presenza (anche se nulla – per ora – ha avvalorato queste affermazioni).

È dunque possibile che il castello di Cernusco facesse parte di un sistema difensivo più ampio Aggiungiche comprendeva anche la Cascina Castellana (sita lungo la strada per Ronco) e l’Imperiale, voluto dai Torriani e forse conservato dai Visconti, le cui dominazioni hanno lasciato un ricordo anche nel nome di numerose cascine che circondano il paese.

Via Cavour è la più “aristocratica” delle vie di Cernusco. Lungo questa arteria andarono infatti ad insediarsi le ville storiche locali.

L’impianto dell’edificio è a corte chiusa su cui si affaccia il portico: cinque arcate a tutto sesto su colonne di granito in ordine tuscanico. Verso strada la villa non presenta una facciata monumentale; l’unico elemento che un tempo ne segnalava la presenza, un bel portale a due ordini, è stato demolito in occasione della ristrutturazione (1972). Anche la facciata meridionale, verso il giardino, non presenta elementi qualificanti, nonostante la presenza del Naviglio, tanto da avvalorare la tesi di un’edificazione antecedente lo scavo del canale.

La costruzione compare in un elenco delle “Case da Nobile” esistenti in Cernusco alla data del 1685 quale proprietà del conte Rovida. E’ la più antica menzione della villa rinvenuta, ma la famiglia è documentata in loco già nel 1584 quale proprietaria dei terreni annessi alle cascine San Maurizio e Increa.

La prima definizione grafica risale al 1721 quando compare nel catasto di Carlo VI. I conti Rovida, all’epoca proprietari delle cascine Lenzuoletta e Viscontina e del molino nuovo, risedettero qui sino al 29 ottobre 1840, quando la vendettero al conte Carlo Bertoglio.

Il 15 aprile 1847 l’edificio venne rilevato da Vincenzo Carini, imprenditore tessile nel settore della seta. A lui si devono numerosi interventi sulla villa e sul giardino legati alla sua attività. Il Carini, infatti, riqualificò i saloni al piano terreno con decorazioni neobarocche di putti, trofei floreali, festoni vegetali che correvano in fasce sotto i soffitti a cassettoni. Solo nel portico rimane la decorazione ottocentesca, sacrificata nella ristrutturazione degli anni Settanta. Lo scalone d’onore, ancora integro nella struttura originaria, ha perso la curiosa decorazione della volta voluta dal Carini. Il soggetto allegorico, La Fama circondata dai simboli delle Arti, delle Scienze e dell’Industria, costituiva un esplicito riferimento alla sua attività.

La villa fu in parte utilizzata come filanda, e rimangono sulla via Cavour i classici finestroni, oltre a una ruota idraulica installata tra la sponda del Naviglio e un isolotto appositamente costruito. Sempre al Carini vanno attribuite alcune strutture in ferro e vetro: una pensilina sull’ingresso verso il giardino e una veranda poco discosta che muovevano la sobria facciata ribadendo quell’euforia per il progresso industriale tipico dell’epoca. Anche queste strutture sono andate perdute, rimangono a documentazione un rilievo (1938) e alcune fotografie.

L’edificio rimase alla famiglia Carini sino al 1919 quando venne acquistato da Luigi Gervasoni. Indi, nel 1939, passò all’Ordine Ospedaliero dei Fatebenefratelli. In quegli anni ha ospitato la struttura ospedaliera “Istituto Villa di salute S. Ambrogio” indirizzata a più di quattrocento persone con problemi psichici, che poi ampliò le sue attività alla Villa Alari. Attualmente questa funzione viene esercitata dal Centro S. Ambrogio situato sulla via per Ronco.


Testo tratto da: “Nel cuore di Cernusco sul Naviglio. Tre passeggiate nel centro storico” di Elisabetta Ferrario e Mauro Raimondi (Book Time – Libreria del Naviglio, 2016)