L’edificio prende l’attuale denominazione dai proprietari ottocenteschi, ma la sua origine è più antica essendo ricordato in un elenco delle “Case de Nobili” costruite anteriormente al 1685.
Il palazzo ed il vasto giardino erano all’epoca intestati alla contessa Aurelia Besozzi, discendente da una famiglia di mercanti che si era arricchita col commercio della lana. Nel secolo XVIII la famiglia deteneva il più ingente patrimonio terriero ed immobiliare locale con cinque cascine (Besozzi, Galanta, Melghera, Nibai e Imperiale) ed i fondi annessi.
Nella seconda metà del Settecento entrò nel novero dei possidenti locali Giuseppe Tizzoni, la cui famiglia diventò una delle principali nel secolo successivo. Nel 1831, infatti, Giuseppe risultava intestatario di quasi mille pertiche di terreni coltivati, della Cascina Olmo e di diversi immobili nel centro edificato, tra cui questo palazzo rilevato dai conti Besozzi il 12 aprile 1817.
Tizzoni fece ristrutturare la seicentesca residenza in forme neoclassiche, seguendo una moda avviata pochi anni prima da Ambrogio Uboldo, mantenendo però l’originaria tipologia organizzata attorno alla corte d’onore.
Il portico trabeato, sorretto da due colonne in granito rosa, dava accesso al salone principale, un tempo finemente decorato a motivi neoclassici, come i due salottini adiacenti. Dal portico si raggiungeva lo scalone d’onore che portava al piano nobile, mentre a settentrione si estendeva un vasto parco all’inglese, ora destinato ad uso pubblico.
La ristrutturazione degli anni Ottanta ha portato al frazionamento del complesso determinando la perdita delle sale decorate, mentre le facciate hanno mantenuto gli elementi neoclassici che caratterizzarono gli edifici dell’epoca.
Testo tratto da: “Nel cuore di Cernusco sul Naviglio. Tre passeggiate nel centro storico” di Elisabetta Ferrario e Mauro Raimondi (Book Time – Libreria del Naviglio, 2016)