Patto di stabilita’: il Comune costretto a vendere le farmacie comunali
Patto di stabilita’: il Comune costretto a vendere le farmacie comunali
Data: 13 ottobre
Il Sindaco: “Così potremo spendere i soldi che già abbiamo per completare le opere pubbliche e destinare quelli che arriveranno alla costruzione della nuova scuola”
Essere obbligati ad inventarsi nuove entrate per poter spendere somme già disponibili e destinate al completamento delle opere pubbliche cittadine. Questa la paradossale situazione in cui si trova il Comune di Cernusco sul Naviglio, così come altri Comuni italiani, a causa dei limiti imposti dal Patto di Stabilità, che costringe Villa Greppi a vendere le licenze delle farmacie comunali gestite alla Società partecipata Farma.Cer. La proposta, che dovrà essere approvata dal Consiglio Comunale, è stata annunciata dal Sindaco e dall’Assessore alle Aziende Partecipate, Emanuele Vendramini, nel corso dell’ultima seduta della Commissione Bilancio ed Affari istituzionale che si è tenuta lo scorso mercoledì. Alla seduta è intervenuto anche il Presidente di Farma.Cer., Primiano Di Paolo, che ha presentato i dati del bilancio 2010 della partecipata comunale.
Questa sera, invece, Comincini e Vendramini hanno voluto incontrare i dipendenti delle farmacie per spiegare loro le ragioni di questa scelta. Le somme ricavate dalla vendita, stimate in 5 milioni di euro, saranno iscritte in bilancio sotto la voce “entrate” e permetteranno così di spendere quelle, già disponibili e allocate presso la tesoreria della Banca d’Italia, per portare a termine tra l’altro, l’edificio ex Cariplo, le tribune dell’impianto sportivo di via Buonarroti, l’ex Filanda e le case comunali di via Pietro da Cernusco.
“Ancora una volta – spiega Comincini – “ci troviamo a fare i conti con delle norme assurde che hanno come unica conseguenza quella di mettere in difficoltà Comuni virtuosi come Cernusco sul Naviglio. A causa di questa situazione straordinaria, creata dagli ultimi ed ingiusti limiti inseriti nelle manovre finanziarie che il Governo ha elaborato tra luglio e agosto scorsi, siamo costretti a privarci delle farmacie comunali. Solo così – prosegue il Primo cittadino – il flusso di cassa che si potrebbe generare dalla cessione consentirebbe da un lato di sbloccare i pagamenti delle aziende che stanno svolgendo i lavori e dall’altro, grazie all’entrata straordinaria, di appostare fondi per la realizzazione del primo lotto del nuovo polo scolastico ad est della città senza aggravare i bilanci dei prossimi esercizi”.
Il Sindaco non ha tralasciato gli aspetti legati al personale che lavora attualmente in Farma.Cer.: “La proposta che presenteremo al Consiglio Comunale indicherà anche le linee di indirizzo da seguire per la più ampia tutelare degli attuali dipendenti delle farmacie,” precisa Comincini.
L’Assessore Vendramini, invece, sottolinea come per i cittadini, di fatto, con cambierà nulla: “Con la vendita delle licenze a cambiare sarà solo la proprietà delle farmacie e i cernuschesi potranno continuare ad usufruire dei servizi offerti così come fanno oggi. Negli ultimi 4 anni il Consiglio di Amministrazione e il management di Farma.cer – prosegue l’Assessore – hanno risollevato una situazione di deficit e risanato la società. Non solo. In questi anni le farmacie comunali hanno avuto una sempre maggiore attenzione verso gli utenti, con l’apertura domenicale e le agevolazioni per l’acquisto di alcuni farmaci”.
Sul tema interviene anche l’Assessore al Bilancio Maurizio Rosci: “Siamo di fronte ad una decisione obbligata scaturita per l’ennesima volta dal macigno del Patto di Stabilità che costringe i Comuni a non spendere i soldi che hanno a disposizione. La vendita delle licenze della farmacie – prosegue Rosci – “consentirà di avere nuovi flussi finanziari che serviranno a sbloccare parte dei soldi giacenti per opere in corso e costituire il nuovo impegno finanziario per la costruzione della nuova scuola. La vendita – spiega l’Assessore al Bilancio – riguarderà solo le licenze e non gli immobili in cui sono ospitate oggi le farmacie. Questi, infatti, rimarranno di proprietà comunale e produrranno nuovi introiti da destinare a scuole e servizi sociali.”
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