Dentro lo schermo 2023 – XX edizione
09.10 Nuove aspirazioni
Nuove aspirazioni degli italiani e, in particolare, delle donne vengono messe in scena in due film (troppo a lungo dimenticati) all’inizio degli anni ’30: Prix de beauté (Miss Europa), coproduzione internazionale diretta da Augusto Genina, e Treno popolare, primo film di Raffaello Matarazzo. Ma il pubblico in sala rifiuta realismo e inquietudini, mentre il regime costruisce ben altri miti.
16.10 Parlami d’amore
Il bisogno di evadere degli spettatori trova sfogo in leggere storie d’amore e commedie degli equivoci, timide copie del cinema di Hollywood. La realtà politica evapora del tutto, ma il realismo degli ambienti, dei tratti umani e delle classi sociali emerge in modo straordinario nei film di Mario Camerini, che lancia De Sica attore (e cantante) in Gli uomini che mascalzoni, del 1932.
23.10 L’arma più forte
Il regime prende coscienza dell’importanza strategica del Cinema come macchina di Propaganda (nonché di rinascita industriale): nascono l’Istituto LUCE (coi suoi famosi cinegiornali), Cinecittà (guidata dal “fascista hollywoodiano” Luigi Freddi), la Mostra di Venezia e il Centro Sperimentale. Il Duce inaugura, presiede e benedice, ma non tutto seguirà le intenzioni originarie…
06.11 Sogni e illusioni
Se le illusioni di grandezza dell’Impero fascista (celebrate nei cinegiornali) trascineranno gli italiani nel disastro della Guerra, i sogni ingenui costruiti dal Cinema e dalle canzoni dell’epoca costituiscono al tempo stesso un “narcotico” ma forse anche un’enorme “incubatrice”, specie per le ambizioni di emancipazione femminile e (per tutti) di felicità, in attesa di tempi migliori…
13.11 Altre identità
Il continuo ricorso allo “scambio di identità” nelle storie dei film di quest’epoca trova un significativo seguito anche in molti film che nel dopoguerra hanno messo in scena il periodo fascista. Un abusato espediente narrativo che nascondeva forse un’inconscia volontà di essere qualcuno o qualcosa d’altro, oltre che la prefigurazione di un destino.
20.11 The end
La fine della guerra e del fascismo, con quella ingloriosa della monarchia. E anche la fine di un’epoca del cinema italiano, che verrà rimossa per anni. Ma come insegna proprio il cinema, “oltre la fine” tutto continua (ed anche le mostruosità possono ripresentarsi in forme nuove). Per fortuna nuovi autori e critici con sguardo lucido e poetico mostreranno bene cosa successe e cosa non dovrà più…
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