Violenza sulle donne: il Comune chiede alla Regione di finanziare un progetto dello “Sportello Donna”
Violenza sulle donne: il Comune chiede alla Regione di finanziare un progetto dello “Sportello Donna”
Data: 19 ottobre
Cinquemila euro per ampliare i servizi offerti dallo “Sportello Donna” con l’introduzione di consulenze sessuologiche, psicologiche e legali per le donne che hanno subito violenza fisica e/o sessuale.
E’ quanto chiede Villa Greppi al Pirellone partecipando al bando “Progettare la parità in Lombardia – 2012”. Il progetto, denominato “PrendiTi cura. Percorsi di donne tra salute e relazioni di genere” e per cui è stato richiesto il finanziamento, nasce da un’attenta analisi delle problematiche emerse nei quattro anni di attività dello Sportello Donna grazie al quale è stato possibile evidenziare come purtroppo anche a Cernusco il fenomeno della violenza sulle donne è presente.
“Abbiamo deciso di partecipare al bando della Regione Lombardia – ha dichiarato Rita Zecchini, Assessore con delega alle Pari Opportunità – per reperire i fondi necessari a realizzare questo progetto perché ritengo che il tema trattato sia quanto mai attuale”
Una ricerca condotta nel 2011 sul territorio di Cernusco dall’Associazione Blimunde per volere dell’assessorato alle Pari Opportunità di Villa Greppi evidenzia come già allora la crisi economica avesse ulteriormente aggravato la non positiva situazione sull’occupazione femminile. Si tratta di un tema solo apparentemente distante da quello della “violenza di genere” perché la violenza economica trova spesso terreno fertile proprio nella difficoltà/impossibilità della donna a individuare risorse lavorative sue proprie. Dalla ricerca è inoltre emerso che il fenomeno tocca particolarmente le cittadine di Cernusco tanto da interessare, seppur in forme differenti, due generazioni: quella giovanile (25-35 anni) specie le donne con figli e quella delle donne tra i 50 e i 60 anni.
“D’altra parte – sottolinea l’Assessore Zecchini – il progetto, oltre ad essere d’aiuto alle donne che hanno subito maltrattamenti o discriminazioni, ha anche l’obiettivo di intercettare una fascia di donne giovani, madri e non, che, in questo periodo di crisi economica e in pieno regime di precariato, appare suscettibile di particolari fragilità, in ambito domestico, economico e professionale”.
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