Farmacie: si’ del Consiglio alla cessione delle licenze

Farmacie: si’ del Consiglio alla cessione delle licenze
Data: 27 ottobre
Comincini: “Scelta sofferta ma necessario rispettare il Patto di Stabilità”
Vendramini: “Il servizio non chiuderà, la concorrenza stimolo per la qualità”
Nella seduta del 25 ottobre il Consiglio Comunale ha votato a maggioranza la cessione delle licenze delle due farmacie comunali detenute dall’Azienda partecipata Farma.Cer. La deliberazione ha fissato indirizzi e criteri per la cessione delle licenze dei due esercizi presenti a Cernusco sul Naviglio.
Nell’intervento del Sindaco le motivazioni della scelta: “Dobbiamo garantire il rispetto dei vincoli di un Patto di Stabilità imposti dalle manovre finanziarie del Governo e che ci obbligano a generare flussi di cassa in entrata di pari importo rispetto a quelli in uscita, necessari a terminare le opere pubbliche in corso”.
Comincini ha ribadito con forza che “il nostro Comune non ha assolutamente nessun problema di bilancio né di tenuta dei conti, la difficoltà dipende solo dall’applicazione delle regole del Patto di Stabilità”.
Per trovare i fondi necessari a pagare le fatture per l’esecuzione di opere – peraltro già finanziate all’atto della rispettiva approvazione – come la ex Filanda, il centro sociale ex Cariplo o il centro sportivo di via Buonarroti c’erano diverse opzioni possibili: “Avremmo potuto consentire nuove edificazioni eludendo la programmazione territoriale oppure cedere case comunali mettendo in difficoltà chi vi abita o chi ne attende l’assegnazione”, ha spiegato il Sindaco – “Abbiamo invece scelto di privarci di una parte del nostro patrimonio, costituita dalle Farmacie, un servizio su cui comunque i cittadini potranno comunque continuare a contare”.
Non c’era scelta, insomma. Sebbene già finanziati da casse comunali economicamente virtuose i cantieri più importanti e rilevanti per l’Amminsitrazione Comunale non possono essere chiusi “mentre i nostri fondi rimangono fermi in Banca d’Italia, peraltro a tasso zero, a finanziare buchi di bilancio prodotti lontano da noi, senza che siano assunti provvedimenti strutturali che offrano all’Europa e ai mercati l’evidenza di un serio impegno nel risanamento dei conti pubblici”.
Secondo le stime di Villa Greppi la cessione delle licenze potrebbe portare nelle casse comunali circa 5.000.000 di euro dalla vendita delle licenze, mentre circa 500.000 euro fluiranno dal rientro del capitale di proprietà del Comune attualmente investito nella società di gestione delle farmacie comunali, da tempo senza congrua remunerazione). Si aggiunge il passaggio in proprietà, dalla società che gestisce le farmacie comunali al Comune, degli immobili attualmente sede delle farmacie comunali, che quindi potranno essere messi a reddito attraverso contratto d’affitto con il soggetto che rileverà le farmacie comunali stesse.
“È evidente che nessuna dismissione e nessuna altra scelta potrebbe dare al Comune entrate così importanti, incidendo così poco sulla qualità della vita dei cittadini”, ha detto il Sindaco.
“La scelta di vendere le licenze è sofferta e dolorosa”, ha detto l’Assessore Vendramini all’aula – “non ho mai nascosto la mia intenzione di trasformare Fama.Cer. in una azienda speciale ricca di servizi pubblici strettamente integrati con i servizi sociali. Purtroppo variabili esterne, come gli obblighi del Patto di Stabilità più volte richiamati dal Sindaco e dall’Assessore al Bilancio, non me lo hanno permesso”.
L’Assessore ha invitato i consiglieri a considerare l’opportunità di ridefinire il perimetro dell’azione pubblica, “ragionamento ineludibile nello scenario economico attuale, in cui assistiamo all’assottigliarsi del confine tra Pubblica Amministrazione e libera espressione della società civile e in cui tutti i settori dell’economia si trovano ad avere un sistema di regolamentazione, di committenza o di tutela pubblica mentre hanno una funzione di produzione e di erogazione del servizio privata, secondo il modello della sussidiarietà orizzontale”.
Vendramini ha poi chiuso il suo intervento con una riflessione sul concetto di valore pubblico: “Oggi i cernuschesi riescono a cogliere il valore pubblico erogato da una farmacia di proprietà pubblica? Percepiscono la differenza tra la proprietà delle varie farmacie? Se la risposta non è un sì al cento per cento, forse questa scelta sarà meno dura da accettare”.
Un aspetto di particolare importanza riguarda la tutela degli attuali dipendenti dell’Azienda partecipata. Il Consiglio Comunale ha stabilito gli indirizzi ed i criteri che, nel regolare la cessione, dovranno garantire la più ampia tutela dei lavoratori: “Saranno ad esempio applicate le tutele sindacali previste per le aziende con più di 15 dipendenti”, ha specificato Comincini – “sebbene la Farma.Cer. non raggiunga questo limite, ma la normativa non pone specifici veti in proposito.”
La parola ora torna alla Giunta Comunale, che dovrà approvare la perizia di stima e successivamente la bozza di bando, illustrando entrambi i provvedimenti alla Commissione Consiliare Affari Istituzionali. L’iter per la definizione del bando dovrà concludersi entro la fine del 2011.