Piano Casa reigonale: Cernusco definisce i criteri

Piano Casa reigonale: Cernusco definisce i criteri
Data: 9 ottobre
Sul Piano Casa della Regione Lombardia il Comune di Cernusco vuole stabilire, per la propria competenza e per la propria autonomia, norme precise. Questa è la motivazione che ha indotto la Giunta a presentare al Consiglio Comunale una deliberazione approvata a maggioranza (12 sì e 6 no) dall’Aula Spinelli.
Nell’atto comunale sono vietati gli ampliamenti alle volumetrie, previsti dalla legge regionale 13-2009, per tre zone (il centro storico, l’asse monumentale del Naviglio e la zona su cui sorgono alcune ville storiche in viale Assunta), lasciando invece maggiore libertà di intervento nella cosiddetta Zona B identificata nel Piano Regolatore, “che corrisponde poi alla maggior parte del territorio comunale”, ha specificato il Sindaco, Eugenio Comincini.
Anche qui però non potrà procedere ad ampliamenti chi abbia già in corso un piano di recupero e chi abbia già ampliato il sottotetto, ai sensi delle più recenti modifiche al regolamento edilizio.
“Il nostro regolamento poi è più restrittivo della legge regionale in tema di risparmio energetico,” ha specificato il Vicesindaco, Giordano Marchetti, nella relazione all’aula – “perché richiede la certificazione in classe energetica A per la concessione di incrementi volumetrici, mentre le legge regionale indica la classe energetica C.”
“Dall’inizio del mandato abbiamo posto il limite al consumo del territorio come politica prioritaria nella pianificazione urbanistica della città”, ha detto Marchetti – “Con la legge 12, sul Piano di Governo del Territorio, proprio la Regione sollecita i Comuni a governare lo sviluppo del loro territorio, ed è esattamente quello che stiamo facendo con questo provvedimento.”
“Applicare le norme della Regione senza tenere conto delle specificità del nostro territorio ci pareva un errore politico grave”, ha aggiunto il Sindaco – “Costruire o ampliare volumetrie a Cernusco si può fare ora e lo si potrà fare anche quando sarà in vigore il PGT ma con regole che tengano conto delle caratteristiche storiche, urbanistiche e paesaggistiche del nostro territorio. Ciò detto qualcuno poi dovrà spiegare che cos’ha di federalista una legge che limita in questo modo la capacità autonoma dei Comuni di programmare e pianificare il proprio sviluppo urbanistico”.
Il Sindaco poi ha colto l’occasione per tornare sul tema delle limitazioni alla spesa dei Comuni: “Non so come si possa pensare che attraverso qualche intervento edilizio privato si combatta la crisi del settore edilizio, mentre non si tiene conto della capacità di investimento degli enti locali che potrebbero impegnare fondi anche consistenti e invece devono lasciare i soldi in cassa a causa delle restrizioni del Patto di Stabilità”.