Scuole materne: la battaglia si sposta in Parlamento

Scuole materne: la battaglia si sposta in Parlamento
Data: 8 settembre
C’erano circa 50 genitori all’incontro pubblico con i sindaci che da luglio protestano contro i mancati finanziamenti per gli organici delle scuole dell’infanzia nell’hinterland milanese che si è tenuto il 7 settembre, nella sala consiliare di Cernusco sul Naviglio.
Dopo la comunicazione, peraltro non ancora ufficiale, dell’Ufficio Scolastico Provinciale di avere assegnato alcune nuove cattedre, non tutti i Comuni impegnati nella protesta hanno visto soddisfatte le loro richieste. “Se Cernusco ha visto assegnati due nuovi educatori, altrettanto non è accaduto per Sesto San Giovanni o per Cormano”, ha detto il sindaco di Cernusco, Eugenio Comincini, primo promotore della battaglia che vede ora coalizzati 12 Comuni del Milanese. Con lui il primo cittadino di Sesto, Giorgio Oldrini, che ha puntualizzato sull’impegno economico ingente dei Comuni per dotare le città di nuovi servizi educativi a fronte delle richieste che vengono dai nuovi residenti.
“Ecco perché la nostra richiesta deve farsi ancora più pressante”, ha aggiunto Comincini – “I fondi evidentemente ci sono e si possono trovare ma non ci è chiaro come siano stati distribuiti.”
Alla riunione hanno partecipato i senatori e i deputati eletti nella zona e alcuni consiglieri regionali del centrosinistra, che si sono impegnati a portare la protesta in Consiglio Regionale e nelle aule parlamentari attraverso mozioni, interrogazioni e un incontro fra i sindaci e i gruppi consiliari del Pirellone, organizzato per giovedì 10 settembre.
“Il Governo non investe sul futuro, questo è il nodo centrale della questione”, ha detto la senatrice Fiorenza Bassoli (Pd) – “proprio quando l’Unione Europea ci chiede di garantire il 100% delle coperture delle domande entro il 2011. Mentre da una parte Comuni, docenti e genitori lavorano per investire e per sviluppare nuovi servizi, dal Governo arrivano solo risposte ambigue.”
Erminio Quartiani, deputato del Pd, ha invece puntato il dito contro i criteri dell’Ufficio Scolastico Provinciale nel distribuire le cattedre: “Ci devono spiegare perché ci sono trattamenti diversi per esigenze simili. Mi chiedo se esistano dati numerici su cui determinare il fabbisogno di insegnanti e se questi dati rispondano effettivamente alla situazione reale. Siamo di fronte a una situazione drammatica, a una richiesta reale e pressante verso cui non servono battaglie propagandistiche ma serve che ciascuno faccia finalmente il proprio mestiere: dal Ministro ai parlamentari della maggioranza”.
Sulle stesse lunghezze d’onda anche Enrico Farinone e Lino Duilio, che hanno posto l’attenzione sui tagli indiscriminati operati dal Governo, “che i parlamentari della maggioranza ratificano senza la benché minima obiezione. Centinaia di milioni di euro che a Roma sono anonime cifre scritte sul bilancio statale e invece hanno una ricaduta drammatica sulla vita quotidiana delle famiglie”, ha sottolineato Duilio.
Le richieste dei Comitati Genitori presenti vanno in un‘unica direzione: sapere se lunedì prossimo, alla riapertura delle aule, i loro figli avranno il loro posto e gli insegnanti. A queste richieste dovranno essere ancora i sindaci a dare una risposta, “ma non è più possibile continuare a sostenere questa situazione,” ha precisato Dario Veneroni, sindaco di Vimodrone, cui ha fatto eco l’appello accorato del sindaco di Inzago, Benigno Calvi, che definisce la situazione attuale “un’anarchia istituzionale, in cui non riusciamo a capire chi ha la responsabilità per tutto ciò che, come amministratori pubblici, non riusciamo a fare”. Calvi si è poi rivolto ai parlamentari per chiedere una revisione radicale delle norme sul Patto di Stabilità, “che ci sta letteralmente assassinando. Abbiamo in cassa somme considerevoli, la Corte dei Conti ribadisce ogni anno che siamo Comuni virtuosi ma dobbiamo comunque tagliare spese e non spendere nulla per dare risposte certe a domande come quelle che ci pongono questi genitori.”