“Cernusco, citta’ civile con un cuore grande”
“Cernusco, citta’ civile con un cuore grande”
Data: 17 settembre
Si spengono i primi riflettori della cronaca sulla vicenda di Abdoul, che ora passa alle aule dei tribunali. Ma devono restare aperte le riflessioni e i dibattiti esplosi all’indomani della tragedia.
Spente anche le fiaccole della manifestazione del 15 settembre il sindaco di Cernusco, Eugenio Comincini, esprime il suo elogio per la risposta che la città ha saputo dare, con “una iniziativa nata in maniera spontanea ed organizzata in poco tempo: centinaia di persone hanno voluto raccogliere l’appello per una iniziativa che senza vessilli o bandiere permettesse alla comunità di reagire in modo deciso e forte alla violenza e alla giustizia “fai-da-te”, per il rispetto della vita e della dignità umana.
Siamo stati capaci di fare tutto questo, con forte emozione ma in modo composto. Ciascuno di noi ha dato alla manifestazione le proprie sensazioni: in molti il silenzio dell’incredulità, qualcuno le grida della propria rabbia. Emozioni diverse e contrapposte di una città dignitosa e responsabile, consapevole della dimensione della gravità di fatti del genere.”
Ringrazio tutti i cittadini che hanno voluto esprimere la loro solidarietà alla famiglia e testimoniare il no alla violenza. Ringrazio i giovani che si sono radunati presso l’Oratorio Paolo VI per un momento di preghiera. Ringrazio chi ha acceso lumini alle finestre e sui balconi lungo il percorso.
Ringrazio le autorità che in maniera spontanea hanno voluto partecipare alla fiaccolata: il Presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, Assessori e Consiglieri provinciali, gli Assessori ed i Consiglieri comunali di Cernusco sul Naviglio, diversi Amministratori delle città vicine. Era anche presente una rappresentanza del Comune di Milano; una sentita telefonata del Presidente del Consiglio comunale di Milano, Manfredi Palmeri, mi ha trasmesso la solidarietà del Capoluogo ai familiari e la condanna per questo folle omicidio. Sono certo che Milano non sia una città razzista e intollerante; è invece una città aperta all’accoglienza e alle convivenza.
Le parole finali di ringraziamento del padre di Abdoul per una così sentita vicinanza di cittadini e istituzioni al dolore della sua famiglia sono state il miglior modo di concludere un silenzioso cammino nel corso del quale in molti hanno avuto modo di riflettere sulla violenza, sui giovani, sugli adulti, sulle paure della società di oggi.
Mi hanno molto colpito le parole di questo uomo: ‘Ieri ho perso un figlio e ho vissuto un grande dolore; ma oggi ho capito che non sono e non sarò più solo!’. Un grande segno di dignità e di responsabilità.”
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