Continua la battaglia contro la privatizzazione dell’acqua
Continua la battaglia contro la privatizzazione dell’acqua
Data: 1 febbraio
Continua l’impegno del Comune di Cernusco per abrogare alcune norme della Legge Regionale 18 del 2006 che consentono la privatizzazione dell’acqua pubblica.
Martedì 29 gennaio, infatti, i due consiglieri comunali Ermes Severgnini e Daniele Fedeli hanno partecipato, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale, alla manifestazione organizzata dal Comitato promotore sotto il “Pirellone” per richiedere di dare il via libera al referendum abrogativo. Presenti insieme a loro davanti al palazzo della Regione Lombardia settanta sindaci e rappresentanti di tutti i partiti di centrosinistra della regione.
Dopo aver ascoltato le delegazioni del Comitato la giunta Formigoni ha annunciato che proporrà alcune modifiche alla legge e che si pronuncerà sull’ammissibilità del referendum abrogativo nel Consiglio Regionale del 5 febbraio.
L’iter del referendum abrogativo era stato infatti bloccato per presunta non chiarezza e univocità nella formulazione. Su questo punto si deve esprimere il Consiglio Regionale, dopo che l’ufficio della Presidenza, che ne aveva competenza, ha demandato la decisione.
Il referendum, di cui il Comune di Cologno Monzese si è fatto promotore, nelle persone del sindaco Mario Soldano e dell’assessore Giovanni Cocciro, si propone di abrogare alcune norme della Legge Regionale 18 dell’8/8/2006 che, di fatto, obbligano i Comuni a privatizzare la distribuzione dell’acqua. Infatti, secondo questa legge, non è permessa la gestione interamente pubblica del servizio idrico integrato, mentre viene consentita la partecipazione privata nelle società titolari della proprietà di reti ed infrastrutture, attraverso la messa a gara obbligata del servizio di erogazione.
L’Amministrazione Comunale di Cernusco, ritenendo la Legge Regionale una seria minaccia alla diffusione ed erogazione di un bene indispensabile, ha aderito alla proposta di referendum già nel settembre scorso, con una delibera del Consiglio Comunale. Attualmente 132 Comuni hanno deliberato per il referendum, più del doppio dei consensi previsti per la richiesta di un referendum regionale.
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