Un mese di pasti a domicilio a persone sole o in difficolta’

Un mese di pasti a domicilio a persone sole o in difficolta’
Data: 22 gennaio
347 pasti serviti in meno di un mese e vicinanza alle persone in difficoltà: questi i primi risultati del servizio di Consegna pasti a domicilio, previsto nel progetto Contratti di quartiere II e iniziato il 10 dicembre scorso.
Il progetto, che nella sua fase sperimentale è assolutamente gratuito, consiste nella consegna quotidiana di un pasto caldo a persone sole o in difficoltà, che hanno fatto richiesta o segnalate dai Servizi Sociali e dalla Caritas cittadina.
L’azione, che attualmente coinvolge venti persone, è innovativa ed ha un’alta valenza sociale perché oltre a rispondere ad un bisogno concreto permette un costante monitoraggio della situazione delle persone anziane e invalide attraverso una valutazione iniziale delle condizioni psicofisiche e abitative dell’utente da parte di un operatore e successive verifiche. Dopo la prima fase sperimentale si prevede di rendere il servizio effettivo per tutta la città.
“Questo progetto ci consente di essere più vicini alle persone in difficoltà, di scoprire situazioni di solitudine o di abbandono di cui non eravamo a conoscenza – ha spiegato l’assessore alle Politiche Sociali, Rita Zecchini – e nello stesso tempo di rispondere ad uno dei bisogni concreti più avvertiti dalle persone anziane. Il pasto, infatti, è uno dei momenti più critici della vita di una persona sola”.
L’attivazione del servizio è stata possibile grazie anche alla sensibilità della Gemeaz Cusine, l’azienda che gestisce le mense scolastiche cittadine, che, nell’ottica della responsabilità sociale d’impresa, offre gratuitamente i pasti del servizio.
Il servizio è apprezzato dagli utenti che ne usufruiscono, come dimostra la testimonianza di Rosaria Acquaviva. “Il cibo è buono e varia molto durante la settimana, gli incaricati sono gentili e disponibili – ha raccontato Rosaria – Sono molto soddisfatta e aderirò anche dopo la sperimentazione”.
Gli utenti del servizio sono stati individuati in base ad alcuni criteri: la territorialità (si è partiti dalle case Aler di via Don Sturzo), anziani sopra i 70 anni che abitano da soli, persone sopra i 65 anni con parziale o totale perdita di autonomia, invalidi, persone non autosufficienti (anche temporaneamente) o segnalate dall’assistenza sociale.
Il servizio prevede una personalizzazione del menù, la realizzazione di menù speciali per patologie certificate e la possibilità di disdire il pranzo entro le 9.30 della stessa giornata.
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